Tre bambini osservano una partita da dietro una staccionata, ognuno su una cassa diversa, con la scritta “Uguali opportunità ≠ Stessi risultati”.

DSA e Scuola: promozione non è automatica… ed è una buona notizia!

Una sentenza fa discutere. Ma può diventare un punto di svolta.

Essere uno studente con DSA non significa passare l’anno per diritto, ma avere il diritto di essere valutati nel modo giusto.
Una frase che – letta di fretta – può sembrare rigida. Ma con uno sguardo più attento, rivela qualcosa di prezioso: il riconoscimento del valore autentico di ogni percorso di apprendimento.

Non un privilegio, ma una tutela concreta

Nel caso recentemente esaminato dal Consiglio di Stato (sentenza n. 2534/2025), al centro c’era uno studente con disturbo specifico dell’apprendimento che non era riuscito a superare l’esame di Stato.
In un primo momento, il giudice aveva chiesto alla Commissione d’esame di ripetere la valutazione, assicurandosi che venissero pienamente rispettate le indicazioni del suo Piano Didattico Personalizzato.

La Commissione ha quindi riesaminato le prove, tenendo conto degli strumenti compensativi previsti. Ma, nonostante le condizioni corrette fossero finalmente garantite, il verdetto è rimasto invariato: l’esame non è stato superato.

Perché questa non è una sconfitta

Può sembrare una storia amara. Ma in realtà, il messaggio è potente:
non si nega il diritto allo studio, ma si afferma il diritto alla serietà del percorso.
La sentenza non dice “promozione automatica”, ma “valutazione equa”.
Ed è proprio questo il nodo centrale: le misure previste per i DSA devono essere applicate sempre, altrimenti il giudizio perde di validità. Ma una volta garantite, il risultato finale dipende comunque dalle competenze espresse.

Personalizzazione ≠ Sconti

Un PDP non è una “scorciatoia”. È una guida, uno strumento di equità.
Essere valutati con gli strumenti giusti non significa essere promossi per gentile concessione, ma essere messi nelle condizioni di dimostrare ciò che si è realmente appreso.

E anche quando l’esito è negativo, ciò che conta è che il percorso sia stato rispettoso, trasparente, serio. Perché questo aiuta lo studente a crescere davvero.

Tre bambini osservano una partita da dietro una staccionata, ognuno su una cassa diversa, con la scritta “Uguali opportunità ≠ Stessi risultati”.

Il messaggio che vogliamo mandare ai genitori

Essere genitore di uno studente con DSA significa affrontare il percorso scolastico con occhi diversi. Ma anche con una certezza:
quando le regole vengono rispettate, ogni risultato diventa un’occasione di crescita.

Promuovere per forza non aiuta.
Ma dare strumenti per affrontare la realtà, sì. E questo è il primo vero passo verso l’autonomia.


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