Ragazza sorride su sfondo rosa formando un cuore con il simbolo infinito multicolore dell’autismo

Capire il “Perché” nell’Autismo

Guida pratica (zero paroloni) per insegnanti, tutor e famiglie

Ti è mai capitato di pensare: «Mio figlio autistico sa descrivere ogni dettaglio di una scena, ma non afferra il motivo per cui qualcuno l’ha fatta»?

Con i ragazzi ad alto funzionamento questo divario è frequente a scuola e, ancora di più, a casa: capiscono il cosa, si perdono il perché. Da qui nasce questa guida: un mini “dizionario sociale” con 5 trucchi immediati per aiutarli a riconoscere le intenzioni altrui, senza tecnicismi e con esempi da usare oggi stesso.


Il grande equivoco: “Lo fa apposta?”

Quante volte hai pensato: «Sa perfettamente che la palla è caduta, perché non capisce che era uno scherzo?»
Nel mondo autistico il cosa succede è spesso chiarissimo. Il perché – l’intenzione nascosta dietro un gesto – è un rebus con pezzi mancanti. Non è svogliatezza, è come avere un manuale di fisica super dettagliato ma un dizionario sociale con pagine strappate.


Tre segnali da non ignorare

  1. Descrizione fotogramma per fotogramma – Racconta l’azione in modo impeccabile, ma non coglie il motivo.
  2. Crash con più personaggi – Se la scena ha persone diverse con scopi diversi, va in blocco.
  3. Domanda “perché?” ricorsiva – Chiede il motivo anche dopo una spiegazione lineare.

La metafora della “bilancia mentale”

  • Lato sinistro: Memoria di lavoro – il taccuino dove tieni appunti sul cosa.
  • Lato destro: Attenzione divisa – il radar che scansiona volti, gesti, tono di voce per capire il perché.

Se la bilancia pende, il ragazzo vede i fatti ma perde la storia dietro ai fatti.


Cinque mosse salva-bilancia

MossaCome farla in 1 minutoPerché funziona
Scomponi in 3 step“Guarda: 1-mano, 2-palla, 3-tiro”Tieni il cosa su foglietti mentali separati.
Icone sulle facceDisegna minuscole emoji sopra i personaggi: 😊 😠 🎯Indirizza lo sguardo verso l’intenzione.
Timer 30″Cambia micro-compito ogni mezz’ora di lezioneAllena il passaggio di attenzione.
Soluzione vocaleFai ripetere ad alta voce lo scopo di ogni personaRende esplicito il motivo nascosto.
Pausa “zoom-out”Dopo una scena, chiedi: “Che cosa voleva ottenere?”Trasforma l’intenzione in domanda guida.

Piccola checklist per la famiglia

  • Routine story-time: commenta i personaggi dei cartoni con domande “perché?” a scelta multipla.
  • Muro delle emoji: appendi facce stilizzate con didascalie “felice”, “deluso”, “rassicurante”.
  • Giochi di ruolo lampo: 2 minuti ciascuno a mimare un’intenzione (es. chiedere aiuto) senza parole.

Come ti dà una mano Fondazione Irene ETS

  • Affiancamento familiare per attivare percorsi di studio personalizzati e materiali “dual coding”.
  • Sportello psico-pedagogico su PEI e strategie visivo-attentive.
  • Workshop per docenti su working-memory e attenzione divisa applicate all’ASD.

Mission: aiutare ogni mente a scrivere le pagine mancanti del proprio dizionario sociale.